Qualunque cosa succeda – (2013)
Parte prima
Italia 1974. La Banca Privata Italiana, il colosso finanziario di Michele Sindona viene messa in liquidazione dalla Banca d’Italia di Guido Carli. E’ un crack di proporzioni spaventose e inaspettate. Sindona, considerato fino ad allora un genio della finanza internazionale è colpito da un mandato di cattura e ripara all’estero, a New York, dove, da un lussuoso appartamento sul Central Park conduce la battaglia in difesa del suo impero.
Giorgio Ambrosoli, un avvocato milanese, che ha condotto fino ad allora una vita laboriosa, tranquilla e serena, lontano dai riflettori, riceve in piena notte una chiamata da Roma. E’ il Governatore della Banca d’Italia, Guido Carli.
Il giorno dopo Ambrosoli riceve l’incarico di guidare la liquidazione della Banca di Sindona e di tentare di recuperare i capitali, centinaia di milioni di lire dell’epoca, che sono scomparsi dalle casse dell’istituto e risarcire le migliaia di piccoli investitori travolti dal crack.
L’avvocato, nonostante si renda conto da subito che l’incarico lo metterà in conflitto con un sistema di potere che va ben oltre la figura di Michele Sindona, coinvolgendo il mondo della finanza, ma anche della politica e del crimine organizzato, accetta per spirito di servizio nei confronti dello Stato.
Ambrosoli ha una moglie Annalori che ama teneramente ed è padre di tre figli, Umberto, Filippo e Francesca. La vita della famiglia verrà da subito travolta dall’incarico, ma nonostante le molte prove e gli impegni assillanti, Giorgio non smetterà di essere un marito ed un padre presente e affettuosissimo.
Tuttavia l’avvocato capisce da subito di essersi fatto dei nemici potenti e in una notte di grande ansietà scrive una lettera-testamento alla moglie, in cui le prefigura la sua morte e le affida il compito di proseguire l’educazione dei figli secondo i valori di rispetto e senso dello Stato in cui entrambi hanno sempre creduto.
Purtroppo i timori dell’avvocato non sono infondati. Non appena Ambrosoli, aiutato dal maresciallo della finanza Silvio Novembre riesce a penetrare nell’assetto societario della holding Fasco, cuore del sistema di scatole cinesi di società estere di Sindona e a scoprirne in parte i segreti, gli ambienti politici e mafiosi che gravitano attorno al banchiere si preparano a reagire con mezzi estremi.
Parte seconda
Grazie al bottino di informazioni carpito agli archivi della Fasco, Ambrosoli può testimoniare davanti al Grand Jury americano, dove è nato un procedimento parallelo a quello italiano nei confronti di Sindona, per il fallimento di un altro pilastro del suo impero, la Franklin National Bank.
Il banchiere, che sfugge all’arresto solo grazie al pagamento di una cauzione milionaria, attiva i suoi amici nella politica e nella massoneria deviata. Grazie a questi presenta “un piano di salvataggio” della sua banca in cui gli immensi debiti sarebbero scaricati sulla collettività e ogni pendenza penale sarebbe azzerata. Ma il piano, nonostante trovi interlocutori nel governo, fallisce per l’opposizione netta di Ambrosoli e della Banca d’Italia, il cui nuovo governatore Baffi, assieme al direttore della vigilanza Sarcinelli, continuano, come il loro predecessore Carli, ad appoggiare Ambrosoli senza esitazioni.
Per Sindona è una dichiarazione di guerra totale.
Poco dopo i vertici della Banca d’Italia vengono inquisiti, Sarcinelli addirittura arrestato, mentre a Baffi viene ritirato il passaporto. Non è chiaro se l’attacco senza precedenti alla Banca d’Italia abbia a che vedere con l’affaire Sindona. Ma Ambrosoli si sente sempre più solo. Lui e il maresciallo Novembre ricevono minacce sempre più pesanti. Un misterioso “picciotto” siciliano chiama più volte l’avvocato dicendogli che se non smetterà di perseguitare Sindona, farà una brutta fine.
Nonostante ciò, Ambrosoli tiene duro. Rassicura la moglie ed i figli, preoccupatissimi. E’ convinto che Sindona non potrà mai arrivare a fargli del male. Ha fede nella ragione, anche del suo nemico. Sindona sa che se ad Ambrosoli accadesse qualcosa di brutto, sarebbe il primo sospettato. E quindi non commetterà mai un atto così contrario alla sua intelligenza.
E poi Ambrosoli non può proprio fermarsi ora che è vicinissimo a scoprire il cuore dei segreti di Sindona e a recuperare almeno in parte i capitali svaniti nel crack. Assieme a Novembre, sta preparando una nuova testimonianza per rogatoria per i giudici americani che verranno ad ascoltarlo a Milano.
Per Sindona sarebbe la fine. Il banchiere contatta un killer italo americano e lo ingaggia perché segua Ambrosoli e si tenga pronto.
E’ il luglio del 1979. Ambrosoli rende una testimonianza davanti ai magistrati Usa che è il suo capolavoro giuridico-finanziario e sbaraglia l’opposizione dei super-avvocati americani di Sindona.
La sera dell’11, poche ore prima di firmare il verbale di quella testimonianza, William Aricò, il killer pagato da Sindona, uccide l’avvocato Ambrosoli sotto il portone di casa sua.
Al funerale di Ambrosoli non ci sono autorità di quello Stato per cui ha lottato, a parte i vertici della Banca d’Italia e i magistrati che seguono l’inchiesta su Sindona. Ci sono però tutti i suoi amici che si stringono attorno alla sua famiglia. E ci sono moltissimi dei risparmiatori che Sindona ha rovinato e che grazie ad Ambrosoli hanno recuperato i loro investimenti.
Pochi anni dopo Sindona viene condannato per l’omicidio di Ambrosoli e muore suicida in carcere.
Annalori Ambrosoli ha cresciuto i suoi figli secondo i principi della lettera di Giorgio.
“Qualunque cosa succeda, comunque, tu sai che cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo. Dovrai tu allevare i ragazzi e crescerli nel rispetto di quei valori nei quali noi abbiamo creduto [… ] Abbiano coscienza dei loro doveri verso se stessi, verso la famiglia nel senso trascendente che io ho, verso il paese, si chiami Italia o si chiami Europa. Riuscirai benissimo, ne sono certo, perché sei molto brava e perché i ragazzi sono uno meglio dell’altro.. Sarà per te una vita dura, ma sei una ragazza talmente brava che te la caverai sempre e farai come sempre il tuo dovere costi quello che costi (…) Giorgio”
Note di regia
“QUALUNQUE COSA SUCCEDA”
‘Il mio papà’.
Dopo aver letto d’un fiato ‘Qualunque cosa succeda’ il libro scritto da Umberto Ambrosoli, figlio di Giorgio, sono rimasto profondamente colpito ed emozionato dal fatto che ‘il mio papà’ era il modo permamente e unico con il quale Umberto raccontava la vita del padre. Incontrando Umberto immediatamente dopo la lettura ho visto che anche di persona era la stessa cosa. Ne ricavavo una tale sensazione di verità direi anche fisica, concreta, viva che il personaggio che dovevo mettere in scena era come se lo avessi già incontrato, conosciuto, addirittura sentito parlare. Ho immediatamente chiamato Pierfrancesco Favino dicendogli che avevamo una nuova impresa da portare a termine perchè sarebbe toccato a lui interpretare ‘il papà’ di Umberto. La sua risposta è stata semplice e immediata: ‘quando?’. Nessuna precondizione, nessuna richiesta di leggere prima, eravamo nuovamente destinati a stare assieme per la quarta volta. La nostra è una bellissima amicizia che ha per cemento una enorme stima professionale reciproca e una altrettanto enorme simpatia personale. Lui ha un grande e insuperabile vantaggio su di me: da gigantesco attore qual’è, riesce a imitarmi perfettamente, anticipandomi. Lo stesso è accaduto quando si è trattato di dover scegliere un cosceneggiatore. Anche in questo caso la mia scelta è stata immediata. Ho chiamato AndreaPorporati e mi ha detto ‘grazie dell’onore’. Abbiamo così portato a termine la nostra quinta o sesta impresa. Da quel momento è iniziato un duplice meticolosissimo lavoro di documentazione: Leggere le migliaia di pagine di documentazione, gli atti della Commissione Parlamentare d’Inchiesta, articoli di giornale, libri, testimonianze e incontrare sopratutto due persone indispensabili, imprescindibili: la moglie di Giorgio, Annelori e il Maresciallo della Guardia di Finanza, Silvio Novembre, l’uomo che aveva collaborato con Giorgio in tutti gli atti che avevano portato allo svelamento e alla raccolta delle prove inconfutabili che avrebbero contribuito a costituire il più solido e indistruttibile atto d’accusa contro il finanziere Michele Sindona, sia in Italia che negli Stati Uniti. Sono stati due incontri straordinari, umanamente indimenticabili. Annelori ricordava tutto, battute del marito, gag, dettagli sul suo modo di vestire, episodi apparentemente ‘periferici’ ma indispensabili per tracciare un personaggio che avevo il compito di mettere in scena senza mai cadere nel facile e frequentatissimo tranello della ‘fictionalizzazione’. Il mio primo e unico comandamento quando sono incaricato di progetti che hanno al centro personaggi realmente esistiti è proprio quello di evitare come il peggior nemico ogni tentatzione di ‘romanzare’, di ‘addolcire’, di ‘ricreare’ il personaggio, in sostanza di falsificarlo. Mi viene in mente un episodio che ho messo in scena e scritto, quando ormai le riprese erano già iniziate, un episodio che può apparire inventato da me e che invece è assolutamente autentico. Erano iniziate da poco le riprese e ho incontrato Francesca, la figlia di Giorgio. Alla mia domanda se ricordasse qualche episodio particolare della sua infanzia con il ‘suo papà’ mi ha raccontato che durante le vacanze di natale il ‘suo papà’ si è presentato, di sera, suonando alla porta di casa, travestito da befana con un enorme sacco pieno di regali per tutti. Sul momento nessuno lo aveva riconosciuto e Francesca si era anche spaventata prima di riconoscere il suo ‘papà’ concludendo tutto con una gran risata. Silvio Novembre, oggi ottantenne, è stato l’altro incontro indimenticabile, una persona integra, dalla memoria prodigiosa, dalla dedizione assoluta al suo Corpo di appartenenza e dall’integrità morale assoluta. E’ stato lui uno dei finanzieri che hanno portato alla scoperta della P2 e del sistema di potere occulto messo in piedi da Licio Gelli. La sua collaborazione è stata indispensabile come lo è stata quella di Maurizio De Luca, il nostro consulente, un’archivio vivente che ricorda tutto, che ha incontrato Sindona, che ha conosciuto Ambrosoli e intervistato tutti i personaggi politici, della finanza e dei ‘servizi’ che hanno avuto a che fare con la bancarotta dell’impero finanziario di Michele Sindona. Prima di concludere devo assolutamente dare l’onore delle armi a Matteo Levi, lungimirante produttore di questo film, che ha avuto il grande merito di comprendere il valore di un progetto televisivo di questo genere acquisendo immediatamente i diritti del libro di Umberto. Per me questa è stata un’impresa difficilissima, una scalata in verticale, ho dovuto studiare anche un pò di economia e di tecnica bancaria per riuscire a raccontare cinematograficamete in modo chiaro, semplice e sopratutto avventuroso il macchiavellico e geniale sistema messo in piedi da Sindona per riuscire a creare una delle più colossali truffe del suo e del nostro tempo. E anche questa volta posso dire in tutta serenità che sento di aver compiuto la mia missione senza aver dovuto ricorrere a nessuna ‘falsificazione’ , a nessuna ‘forzatura’ estranea, confortato anche dalle reazioni commosse di tutta la bellissima famiglia di Giorgio Ambrosoli, un autentico eroe del nostro tempo.
Una co-produzione
Rai-fiction 11 MARZO FILM
Un film di
Alberto Negrin
Tratto dall’opera letteraria
“QUALUNQUE COSA SUCCEDA” di Umberto Ambrosoli
Sironi Editore
Prodotto da Matteo Levi per 11 Marzo Film (a.p.t.)
CAST
Giorgio Ambrosoli
PIERFRANCESCO FAVINO
Annalori
ANITA CAPRIOLI
Silvio Novembre
ANDREA GHERPELLI
Filippo
MARCO BOCCARDO
Umberto
GREGORIO FERRERI
Francesca
ALMA NOCE
Moglie Novembre
FRANCESCA BEGGIO
Gran Maestro
CLAUDIO BIGAGLI
Artoni
FRANCESCO BONOMO
Guido Carli
EMILIO BONUCCI
Governatore Baffi
ADRIANO CHIARAMIDA
Guzzi
ANTONIO PETROCELLI
PM Viola
GIOVANNI VETTORAZZO
Monsignore
RICCARDO LOMBARDO
Con GIOVANNI ESPOSITO
Con MASSIMO POPOLIZIO
nel ruolo di Michele Sindona
E con la partecipazione di ROBERTO HERLITZKA
nel ruolo di Enrico Cuccia
Regia
ALBERTO NEGRIN
Sceneggiatura
ALBERTO NEGRIN ANDREA PORPORATI
con la consulenza di MAURIZIO DE LUCA
Casting
TERESA RAZZAUTI
Casting Torino e O.S.M.
LEUCOTEA MONTI
Aiuto Regia
GIOVANNI PAOLUCCI
Operatore alla macchina
GIANNI ALDI
Tecnico del suono
PAOLO LUCAFERRI
Scenografia
LUCIANO RICCERI
Costumi
LIA FRANCESCA MORANDINI
Edizione
GIANNI MONCIOTTI
Montaggio
ANTONIO SICILIANO
Fotografia
CLAUDIO SABATINI
Musiche
FABRIZIO SICILIANO
Edizioni Musicali
RAI TRADE
Organizzatore generale
LUCA BITTERLIN
Una coproduzione
RAI FICTION – 11 MARZO FILM
Produttori RAI
MARTA ACETO DARIA HENSEMBERGER
Prodotto
da MATTEO LEVI per 11 MARZO FILM (a.p.t.)