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Max & Hélène – (2015)

Liberamente ispirato a una storia vera raccontata dal cacciatore di nazisti Simon Wiesenthal, il film inizia a Venezia nel 1944.

Max Sereni è uno studente di medicina ebreo, la sua famiglia è stata deportata, lui vive nascosto in una soffitta. Non vuole scappare perché a Venezia vive Hélène, la ragazza che lui ama, figlia del console onorario francese, un fascista antisemita.

Max viene però catturato. Hélène fa allora un gesto d’amore estremo: decide di rinnegare il padre e seguire Max. Facendosi passare per ebrea, si fa deportare con lui. Si sposano sul treno dei deportati; mentre il convoglio attraversa la Polonia, riescono a fuggire.

Li intercetta una unita’ nazista e Max viene gettato tra le persone da fucilare. Hélène no, non è ebrea, è soltanto “la puttana dell’ebreo”. L’ufficiale dell’unita’, Thomas Köller, la costringe ad assistere al massacro. Max, nel mucchio dei cadaveri nella fossa, è ferito ma sopravvive.

Hélène diventa invece l’oggetto delle torture di Köller che si lega a lei in maniera ossessiva.

Sono passati quindici anni.

Max, che si era unito alla resistenza polacca e che alla fine della guerra era finito in un gulag sovietico, ricompare in Polonia alla ricerca di Hélène. E’ l’amore per lei che lo ha tenuto in vita.

Viene però a sapere che Hélène è morta, uccisa da Köller

Lo scopo della vita di Max diventa quello di trovare Köller e vendicare Hélène. Koeller però sembra essere sparito nel nulla. Max assume una falsa identità, si finge ex ufficiale delle SS e si infiltra nei circoli neonazisti austriaci. Sa che c’è una persona che può condurlo da Köller: si chiama Hans Berk ed era un sottufficiale molto intimo di Köller. Max lo trova a Vienna ed entra nella sua intimità.

Durante questa caccia, si incrociano i destini di Max e di Simon Wiesenthal, anche lui alla ricerca di Köller. Ma è subito scontro tra i due: cercano la stessa persona ma non per le stesse ragioni. Wiesenthal vuole giustizia, Max vendetta.

Attraverso Hans Berk, Max riesce infine a scovare Köller che ha cambiato nome e identità e si è rifatto una vita.

Mentre Max si prepara a ucciderlo, Wiesenthal fa una scoperta sconvolgente.

NOTE DI REGIA

di Giacomo Battiato

Il film, liberamente ispirato a una storia vera rivelata da Simon Wiesenthal, racconta la caccia a un criminale nazista che dopo la guerra è scomparso, cambiando identità. Il film racconta anche la disperata, assoluta storia d’amore che questo mostro ha distrutto.

La vicenda è una potente metafora morale in cui si confrontano e si scontrano il desiderio della vendetta e la ricerca della giustizia.

Lo spirito con cui ho affrontato questo progetto non è stato quello di realizzare un nuovo film storico sul nazismo e i suoi crimini ma quello di proporre un racconto sconvolgente su una scelta etica che tutti i protagonisti sono costretti a fare.

Sono i protagonisti, i loro volti, i momenti “estremi” della loro vita “estrema” a incarnare il senso del film, a farci vivere l’incubo doloroso delle loro vite fino alla scelta finale.

Wiesenthal – che Ennio Fantastichini ha interpretato con la statura del grande attore che è – per una volta nella sua vita di cacciatore di criminali di guerra, si è trovato di fronte alla terribile scelta di rinunciare alla giustizia.

E così anche i due amanti, Max e Hélène, lacerati tra il bisogno di vendetta e la forza tragica del loro amore che vuole impedire quella vendetta.

Carolina Crescentini e Alessandro Averone interpretano con una passione rara questi due indimenticabili personaggi. Carolina era l’attrice a cui pensavo scrivendo il film: Carolina “è” Héléne, con la sua sensibilità, la sua forza mista a dolcezza, con la caparbia volontà di sorridere nella tragedia. Per il personaggio di Max la scelta dell’attore è stata invece più complicata. Ho fatto diversi provini ma non riuscivo a mettere a fuoco Max. Alla fine abbiamo trovato il nostro Max a teatro (premio della critica ANCT 2013, attore amato da Peter Stein con cui collabora anche ora nella compagnia del teatro di Roma, attore e regista del Teatro Due di Parma). Alessandro è stato l’interprete ideale per dar voce al dolore, alla determinazione nella ricerca feroce della vendetta ma anche a una fragilità interiore che non vuol far trasparire.

A completare il cast internazionale sono attori generosi e di indubbio talento quali i tedeschi Ken Duken e Hanno Koffler, e la polacca Magda Cielecka.

Come la qualità degli attori ha portato emozione e forza al film, così è stato con tutto lo staff tecnico che ha partecipato con una passione straordinaria. Come dico sempre, il direttore d’orchestra non può eseguire bene la musica se non è circondato da grandi musicisti.

Ho cercato di realizzare questo film con la secchezza e la severità aspra di un “documento”, rivivendo e cercando di comunicare il dolore e la verità dell’amore e del bene così come l’orrore del male.

Perché le giovani generazioni non dimentichino e possano riflettere su come riconoscere e rifiutare quel male che seguita a riproporsi, sotto cieli diversi e diverse ideologie, e a minacciare il diritto degli uomini alla vita e alla felicità.

NOTE DEL PRODUTTORE

Alcuni anni fa, durante una colazione, uno scrittore mi raccontò tratti di un romanzo che aveva letto vent’anni prima e che mi disse essere stato scritto da Simon Wiesenthal; la storia, seppur raccontata per “sommi capi”, mi incuriosì e dopo una breve ricerca individuai il titolo e capii quanto il tema della scelta di Wiesenthal, che riguardava la speranza del futuro per un giovane innocente o la giustizia per i fatti del passato, fosse stato dibattuto, con molti contrasti, in particolare modo nella comunità ebraica, travolta dal ricordo incancellabile della “SHOAH”.

Il libro “MAX ET HELENE” era fuori da qualsiasi catalogo in Italia e trovai a fatica una copia alla Biblioteca Nazionale, lo lessi e capii immediatamente la forza del racconto, ma soprattutto capii di voler realizzare questa storia per immagini con l’obiettivo di lasciare una nuova e inedita testimonianza, che ritengo utile ancora oggi.

Il titolare dei diritti fu individuato in una casa editrice francese molto prestigiosa (Laffont) ed attraverso un mio amico produttore francese, che si appassionò anch’egli alla storia, contattai l’editore che ci disse di condividere i diritti con la Fondazione Wiesenthal, con sede negli Stati Uniti e rappresentata da avvocati americani.

La trattativa per giungere ad un contratto d’opzione fu dura e complessa, penso che il mio cognome sia stato determinante per raggiungere un accordo.

Appena firmato il contratto feci leggere il libro a Giacomo Battiato che ne fu subito entusiasta e che, con uno sceneggiatore francese, elaborò un soggetto.

Nello stesso tempo feci leggere il libro a Tinny Andreatta, allora capostruttura di Rai Fiction, che lo amò molto.

Decisi così di correre un rischio economico e commissionai a Battiato la sceneggiatura.

Con Battiato ci venne l’idea di proporre il film per una messa in onda determinata e cioè per “IL GIORNO DELLA MEMORIA”, nel frattempo con la nomina della Andreatta alla Direzione di Rai Fiction il progetto fu avviato ed è ora in procinto di essere trasmesso.

Per mantenere un forte interesse internazionale attorno al film abbiamo deciso di girarlo in lingua inglese e con un cast internazionale.

I sopralluoghi, molto positivi, effettuati da Battiato nella provincia di Bolzano mi hanno convinto a rifiutare apporti di coproduttori condizionati a riprese nei propri territori, per cui il film è stato girato in Italia.

Penso che questo racconto testimoni nel modo migliore come la determinazione e la pazienza possano consentire ad un produttore appassionato di portare a termine un progetto molto ambizioso.

Come è sempre successo nelle mie produzioni tutto parte dalla passione per una storia ma sono particolarmente soddisfatto di trovare riscontri tali da farne un progetto che abbia anche un significativo valore produttivo e, caso raro per la fiction italiana, un reale, forte interesse internazionale.

Adesso tocca ancora di più a noi: essere all’altezza delle aspettative che abbiamo creato ma ancora di più essere all’altezza di far vivere negli spettatori una struggente storia d’amore e il dilemma etico-morale che portò alla scelta di Wiesenthal di non far processare un nazista responsabile di sterminio.

Una coproduzione
RAI FICTION 11 MARZO FILM

Un film di
Giacomo Battiato
Liberamente ispirato al romanzo
“Max et Hélène” di Simon Wiesenthal @ Edizioni Robert Laffont

Prodotto da
Matteo Levi per 11 Marzo Film (a.p.t.)

realizzato con il sostegno della BLS Südtirol - Alto Adige

CAST
Max Sereni ALESSANDRO AVERONE
Helene Blondel CAROLINA CRESCENTINI
Thomas Koeller KEN DUKEN
Hans Berk HANNO KOFFLER
Matylda Kerr MADGA CIELECKA
Vera Lenhart MARISA LEONIE BACH
Giovane Max STEFANO BATTIATO
Jean Blondel CLAUDIO PUGLISI
Friedrich Frinks BENNO STEINNEGER

Con LUIGI DIBERTI
nel ruolo di Padre Anatol

E con ENNIO FANTASTICHINI
nel ruolo di Simon Wiesenthal

Regia
GIACOMO BATTIATO

Soggetto
GIACOMO BATTIATO
CARLO DE BOUTINY

Sceneggiatura
GIACOMO BATTIATO

Adattamento dialoghi
DONATELLA DIAMANTI

Aiuto Regia
STEFANO ANSELMI

Casting
ANNA ZANEVA

Operatore alla macchina
GUIDO MICHELOTTI

Tecnico del suono
FILIPPO PORCARI

Scenografia
PIERFRANCO LUSCRI’

Costumi
MARY MONTALTO

Edizione
GIANNI MONCIOTTI

Montaggio
LUCA GASPARINI

Fotografia
ROBERTO FORZA

Musiche
PIVIO E ALDO DE SCALZI

Edizioni Musicali
RAI TRADE

Organizzatore generale
ALESSANDRO CALOSCI

Una coproduzione
RAI FICTION – 11 MARZO FILM

Produttori RAI
MICHELE ZATTA
LUIGI MARINIELLO

Prodotto da
MATTEO LEVI per 11 MARZO FILM (a.p.t.)

realizzato con il sostegno della BLS Südtirol - Alto Adige

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